SECOND HAND 

Una volta entrati nel Satori Junk, non si esce più. Una volta entrato, nel cuore, Second Hand, di Michael Zadoorian, non esce più. Si resta così nel negozio di cianfrusaglie di Richard, a Detroit, lasciando che la loro aria malinconicamente dolce ci avvolga mentre facciamo pace con i ricordi e i “mai più” della nostra vita. Sanguinari e difficili da cancellare sono quelli di Theresa che in questo romanzo pubblicato da Marcos y Marcos è colei che lotta. Uccide, si ferisce, scappa, si dimena. Entra nel negozio del protagonista, Richard, e non esce più dalla sua vita, una vita dedicata alla ricerca di oggetti vintage di casa in casa, o in mercatini e svendite. Oggetti che custodiscono in poco spazio materiale un lasso di tempo infinito e denso, di esistenze che non esistono più

Bicchieri, piatti, sedie, mobili. Ma non solo, anche quegli accessori più strambi che, leggendo Zadoorian, ci si rende conto di aver ereditato e poi dimenticato in cantina. 

Sará la volta che andremo a ripescarli dando loro l’onore e l’attenzione come meritano, da silenti e tenaci testimoni di un passato che é più presente del presente nelle nostre attuali vite. 

È questa la potenza di Second Hand, e della scrittura di Zadoorian. Il suo romanzo dal gusto e dalle atmosfere dichiaratamente vintage, è eccezionalmente proiettato verso il futuro e pro-attivo. 

Si ricrederà chi è convinto che le mie adorate cianfrusaglie retro sono “cose da nostalgici”, si ricrederá quando gli esploderanno in mano con tutta la loro potenza propositiva. Il passato come molla e come leva per un presente diverso, le cianfrusaglie per riappacificarci con i bambini e i ragazzi che siamo stati e per ripensarci diversi nel presente. Meno capricciosi e schizzinosi, accarezzando con lo sguardo, il pensiero e le mani, oggetti rassicuranti come quelli che vende Richard, troviamo la forza di smussare i nostri spigoli ammorbidendo il giudizio espresso su quelli altri. Magari imparando ad avvicinarli secondo la compatibilità, come nei puzzle che da piccoli ci tenevano occupati ore e ore regalando, alla fine, l’immensa gioia dell’incastro riuscito. 

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